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La blefaroplastica è l’intervento di chirurgia estetica mirato al ringiovanimento della regione palpebrale.
Viene eseguita in anestesia locale preferibilmente associata a sedazione ed ha una durata di circa una-due ore, a seconda della complessità dell’intervento.
Tale alterazione può essere più o meno marcato a seconda dell’età, del sesso (spesso le donne riferiscono difficoltà nel truccarsi) e delle caratteristiche proprie di ciascuno. Inoltre, trova indicazione in quei casi in cui il paziente lamenti un aspetto più stanco ed invecchiato legato alla presenza di borse adipose evidenti, specie a livello delle palpebre inferiori. E’ un quadro piuttosto frequente tanto che la blefaroplastica costituisce uno degli interventi più richiesti ed eseguiti nel mondo.
La blefaroplastica è comunque generalmente un intervento richiesto soprattutto nella quarta-quinta decade.
In corso di blefaroplastica è inoltre possibile eseguire il contestuale trattamento degli xantelasmi, inestetici accumuli sottocutanei di colesterolo di colore giallastro.
Con l’andare avanti dell’età si assiste ad una ridistribuzione del grasso ed in generale dei tessuti del volto.
A livello della palpebra superiore è fondamentale il disegno preoperatorio.
Questo consente di definire la giusta quantità di eccesso cutaneo dal rimuovere. A questo spesso si associa il trattamento delle borse adipose in eccesso. Gli esiti cicatriziali sono modesti e generalmente ben celati nel solco palpebrale.
Non necessariamente. Nel corso della prima visita, viene valutato il grado di cedimento dei tessuti palpebrali e perioculari. Può essere infatti talvolta riscontrata una “caduta” del sopracciglio che può mimare un eccesso cutaneo palpebrale. In questi casi, la procedura suggerita sarebbe un lifting del sopracciglio, chirurgico o meno (es. tossina botulinica). Il lifting del sopracciglio può anche costituire un passaggio preliminare alla blefaroplastica superiore e vi si può associare.
In base alla sede di incisione si distingue una tecnica transcongiuntivale (incisione interna a livello della congiuntiva) e transcutanea (incisione cutanea a pochi millimetri dal bordo ciliare). Quest’ultimo approccio prevede la possibilità di eseguire una resezione cutanea e/o muscolare e dunque trova indicazione soprattutto in pazienti con evidente eccesso cutaneo o ipertrofia del muscolo orbicolare. La tecnica transcongiuntivale si riserva a pazienti più giovani o comunque che presentino principalmente una problematica legata alle borse adipose, che possono essere rimosse senza che residuino cicatrici. In caso di tecnica transcutanea il disegno preoperatorio è meno dirimente rispetto alla blefaroplastica superiore, ma costituisce comunque il punto di partenza per definire con esattezza la sede dell’incisione. Nel corso di una blefaroplastica inferiore ad approccio transcutaneo è possibile eseguire contestualmente il riposizionamento dei tessuti della porzione centrale del volto: midface lifting.
Nei giorni seguenti vengono effettuate medicazioni di routine e dopo circa 5-7 giorni la cicatrizzazione è da ritenersi ultimata e vengono pertanto rimossi eventuali punti di sutura. E’ necessario prestare particolare cautela nel periodo post-operatorio ed evitare traumatismi. E’ importante in questa fase seguire scrupolosamente le indicazioni del chirurgo.
Dopo un’iniziale fase in cui può apparire arrossata, in quanto poste a ridosso del solco palpebrale, una piega naturale della palpebra superiore, oppure internamente o subito al di sotto del bordo ciliare della palpebra inferiore.,Tuttavia, è bene evitare esposizione al sole diretto della cicatrice per i primi 6 mesi, ed utilizzare sempre filtri solari.
Le palpebre assumono certamente una valenza estetica, valorizzano lo sguardo, ma svolgono anche le funzioni di proteggere l’occhio e di distribuire il secreto lacrimale su cornea e congiuntiva.
Le palpebre sono costituite da un’impalcatura muscolotendinea esternamente ricoperta dalla cute e internamente (a contatto con l’occhio) dalla congiuntiva. Al di sotto della cute troviamo il muscolo orbicolare (responsabile dell’ammiccamento) ed una struttura fibrosa (setto) che riveste le borse adipose. Al di sotto delle borse, nella palpebra superiore, si trova il muscolo elevatore della palpebra (che come dice il nome è responsabile del sollevamento della palpebra superiore), il cui ancoraggio sul derma definisce il solco palpebrale, generalmente collocato a 8-12 mm dal bordo ciliare.
Le borse adipose sono strutture fisiologiamente presenti, ma che col progredire dell’età talvolta diventano esuberanti e conferiscono un aspetto spento e stanco.
Nella palpebra superiore si riconoscono due borse adipose: quella centro-laterale e quella nasale. Un terzo compartimento adiposo, più superficiale, si colloca invece tra muscolo orbicolare e setto (ROOF).
Nella palpebra inferiore, con una struttura speculare alla superiore, quando il pannicolo adiposo peri-oculare protrude e si ernia, si ritrovano tre distinte borse adipose: quella nasale, l’intermedia e la laterale. Anche in questo caso si distingue inoltre un compartimento adiposo più superficiale, collocato tra muscolo orbicolare e setto, denominato SOOF.
Lateralmente e medialmente le palpebre si uniscono in corrispondenza dei canti laterale e mediale, dove si riconosce un’impalcatura tendineo-ligamentosa, trattata durante le cantoplastiche.
Con l’andare avanti dell’età si assiste ad una ridistribuzione del grasso ed in generale dei tessuti del volto: si può assistere ad un progressivo “appesantimento” delle palpebre causato dall’ eccesso cutaneo (blefarocalasi), che spesso si associa ad una iper rappresentazione ed erniazione delle borse adipose. Il trattamento di questo quadro clinico prende il nome di blefaroplastica.
A seconda della palpebra interessata, si parla dunque di blefaroplastica superiore, inferiore o totale, quando il trattamento le coinvolge entrambe. L’intervento potrà inoltre riguardare uno o tutti e due i lati, in maniera simmetrica o meno.
Le caratteristiche suddette possono anche essere presenti tutte contemporaneamente e riguardare entrambe le palpebre, in maniera similare, asimmetrica, o solo una di esse. Per ognuna di queste anomalie esiste uno specifico trattamento chirurgico che deve essere correttamente valutato e discusso.
Ogni paziente è differente, per cui diverso può essere l’approccio chirurgico. Nel corso della prima visita vengono eseguite simulazioni sul/la paziente che consentono di definire l’intervento più idoneo per ciascun caso.